Abbiamo chiesto alle nostre famiglie affidatarie/affiancanti di provare a rispondere a questa domanda: “Cos’è per te l’affido, alla luce della tua esperienza? Puoi pensare a un episodio, un vissuto, una scoperta… per poi raggiungere la definizione. Puoi farlo da solo o cercare la definizione insieme alla tua famiglia, oppure coinvolgendo il minore in affido… puoi essere creativo!”

  • Affidatari di S.

Siamo partiti convinti della nostra scelta così come tutta la nostra famiglia. Abbiamo tre figli e questo sicuramente ci ha aiutato ad affrontare un percorso complicato. Le difficoltà sono state tante, ma la condivisione con tutta la nostra famiglia ma anche con la collaborazione dei servizi sociali ha reso l’affido più “fluido” e gestibile. Abbiamo sempre tenuto presente che l’insuccesso può essere dietro la porta, di non aspettarsi gratitudine o ringraziamenti vari. Il figlio affidato ha talmente “una confusione in testa”, come diceva la nostra S., ed è talmente tanto bisognoso di amore e di comprensione che non può e non è in grado di poter contraccambiare.  I frutti dei nostri sforzi d’amore, ci auguriamo, possano maturare ed essere di aiuto anche dopo. La cosa importante è prendersi cura di loro per farli vivere in un ambiente sereno e disponibile soprattutto all’ascolto. ”

  • Affiancanti della famiglia S.

Il nostro approccio al progetto è stato timido e titubante… continuato poi nella consapevolezza di aver poco da offrire e nella costante sensazione di ricevere molto di più di quello che si dava.  Sono legami emotivi profondi a cui il progetto da’ solo il calcio di inizio ma che poi continuano spontanei e indipendenti: è tutta una bellissima partita da giocare insieme. ” 

  • Affidatari di H.

Mi affido.
Lo sguardo felice e pieno in attesa della prima volta che ci siamo incontrati, lo sguardo sereno e giocoso della prima volta che siamo andati al mare, lo sguardo determinato ogni mattina prima di andare a scuola. 
Nato due volte e due volte figlio, il tuo sguardo illumina il futuro. “

  • Affidatari di C.

Una bambina che ci corre incontro chiamandoci Mamma e Papà. Così è iniziato il nostro affido e da quel momento è stata la rivoluzione. Opposizione Abbracci Lotta Carezza Esasperazione Fatica Perdono Volersi Bene. Poteva finire in tanti modi e invece è proprio Bene l’ultima parola di questa piccola storia. Grazie al Cielo, perché l’unione fa la forza, per l’aiuto ricevuto, per scelta, grazie al grande coraggio di Lei, grazie a Lei che è meravigliosa. “

  • Affidatari di C.

Curiosamente il termine “affido” non evoca in me alcuna immagine se non quella dell’edificio del tribunale e del giudice. A parte questo, io vivo con mio marito e con una bambina che si chiama C. Tutto qui” 

  • Affidatari di A. e C. 

Affido è il farsi piccoli dei propri spazi, l’uscire dai propri schemi, l’accogliere ciò che non ti aspettavi… ma anche un caldo e forte abbraccio prima di addormentarti. “

  • Ex-affidatari di A. e C. 

Se dovessi racchiudere la nostra esperienza di affido in una parola sarebbe “complessità”. Tanti elementi che si mescolano insieme e devono provare ad amalgamarsi. È anche saper accettare che non su tutti i fronti è sempre possibile. Si cresce insieme ed è bello e allo stesso tempo doloroso. “

  •  Ex-fratelli affidatari di A. e C.

Mi è piaciuto avere delle sorelle, giocare con loro, ridere insieme e fare cose nuove. Anche se ogni tanto non era bello litigare è stata un’esperienza emozionante. Ora che sono partite per fare un altro pezzo di strada della loro vita, mi mancano. ”  

  • Affidatari di S.

Come succede alle mamme e ai papà di qualsiasi sorta, si comincia ad essere genitori ben prima dell’arrivo di un bambino: noi abbiamo cominciato a pensarci e sentirci tali nei primi incontri con gli assistenti sociali e con gli operatori, nell’annunciare e argomentare a familiari ed amici l’arrivo di Sara, nelle nostre interminabili serate spese a parlare di lei…già in quelle circostanze eravamo genitori affidatari perché proiettati nei pensieri e nelle intenzioni  in una nuova dimensione, in un nuovo spazio a tre. E nei nostri discorsi era tutto un “se succede questo tamponiamo così, se succede quello stiamo attenti a tenere botta e non disunirci, se qui, se là”… pensieri perfetti in prigioni perfette che in quel momento ci hanno aiutato nel confermarci in quella scelta e ci hanno fatti sentire pronti a compiere il grande salto (nel buio).   

Nel conoscere e soprattutto nel cominciare a vivere con S. questa sovrastruttura ideale, complicata ed esemplare si è sciolta in un mondo reale, semplice, asimmetrico, ruvido e splendidamente imperfetto. Ora stiamo imparando a conoscerci e ri-conoscerci: ogni esperienza, ogni cambiamento e ogni fatica è esaltante, negativa o positiva che sia e questo è l’aspetto che più ci soddisfa. È un percorso di crescita per tutti e tre, fatto di lacrime e sorrisi, gioia e preoccupazione, di passato , presente e di futuro, sempre sul pezzo, senza sosta, a volte snervante ma di certo mai noioso.  

E la consapevolezza di aiutare chi è “meno fortunato”, diciamolo, è appagante anche se spesso, per ciò che si riceve, ci si sente in difetto. “

  • Affidatari di L.

Ciao, abbiamo scoperto che l’affido è un’esperienza da fare perché ti arricchisce e ti fa vedere cose che altrimenti non potresti vedere. Va vissuta con naturalezza e con amore. La priorità è dare a L. quello di cui ha bisogno senza pretendere nulla. Noi stiamo ricevendo tanto solo perché non pensiamo di ricevere per forza qualcosa. “

  • Affidatari di B.

L’affido è: dire a B. di non lasciare i vestiti per terra uscendo dalla doccia, modo spiccio di farsi notare, lui lo abbiamo voluto noi. 
Ricordarlo spesso ai ragazzi in affido.  
Affido è: rispettare storie, vite, situazioni della famiglia d’origine anche se è difficile, sentirsi accettati con un fardello pesante, è rimanere dagli affidatari con serenità.
Affido è: ricordarsi sempre l’espressione del primo incontro e, confrontarlo dopo anni. “

  • Affidatari di M.

L’affido per noi è stato l’incontro dei nostri sguardi, ci siamo affidati gli uni agli altri!  Sono bastati pochi secondi per capire che il nostro era un Si! Avevamo tutti e tre solo bisogno di amore! A noi è sembrato di esserci scelti, con questo non vogliamo semplificare, perché è stato un cammino tortuoso e spesso abbiamo dovuto rivedere,  “ricalcolare” la rotta del  nostro percorso la lo abbiamo sempre fatto con amore sicuri che stare insieme era il dono più bello che la vita avesse potuto fare a noi come genitori e al nostro bambino come figlio. “

  • Affidatari di O. e K.

L’affido e un’esperienza di vita dove capisci il valore di una famiglia. Molto impegnativo ma con grosse soddisfazioni. “

  • O. e K., bambini in affido  

L’affido è stare insieme una famiglia, crescere insieme e volersi bene.  
È volersi bene, è una famiglia temporanea. “

  • Affidatari di F.

Quella chiamata ci ha cambiato la vita… Comincia così il periodo più infinito della nostra vita… l’attesa del suo arrivo…un carico di emozioni, di gioia e incredulità…ma soprattutto tanta paura. Saremo all’altezza di questo meraviglioso compito che la vita ci ha riservato? Basterà il nostro amore? “

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